L’EDITORIALE POLITICO

Le tendenze estreme della politica non pagano. Guardando alle recenti elezioni, ma soprattutto dal sentiment della gente, emerge voglia di normalità.

L’estremismo di alcuni partiti ha perso il favore che una parte degli italiani gli aveva dato. La Lega scende terribilmente: mancanza di visione politica, solo spot fini a se stessi (Renzi docet). L’era salviniana volge al tramonto.

Finita la rivoluzione pentastellata – la scatoletta è andata a male -, finita soprattutto per manifesta incapacità politica e per i tanti voltagabbana. Esattamente come la Lega.

Tutti e due caduti subito dopo aver raggiunto il massimo splendore. Forse non avevano studiato la storia, ma neanche la cronaca. Renzi (sempre lui) da poco aveva fatto la stessa fine.

Il Pd, del resto, rimane sempre su quei livelli di preferenze, nessuno più capisce che partito sia. Sinistra? Estrema sinistra? Centro sinistra? I tanti diktat che escono dalla Schlein sembrano usciti dai vecchi politburo sovietici. L’esaltazione euforica per la vittoria in Sardegna è fuori luogo. È più il frutto degli errori che la destra ogni tanto fa. Quei pochissimi voti in più sanno più di sconfitta che di vittoria.

È proprio l’alleanza con il M5S che rende evidente la debolezza del PD. Ancor oggi le preferenze che ottiene sono quasi tutte ottenute dai vecchi Komunisti, non certo dalla sinistra riformista o progressista. È il solito zoccolo duro che però, purtroppo per loro, si ferma lì.

Forza Italia sale nelle preferenze ed è questo il segnale da cogliere. Dopo l’estremismo ecco la moderazione, non sarà il massimo, ma la gente vuole tranquillità, la semplice, anche se forse noiosa, tranquillità.

Fratelli d’Italia perde qualche voto, ma rimane fortemente in sella, anche questo è un segnale. I voti persi sono a causa di quei fanatici del ventennio. La gente teme uno spostamento troppo a destra, ci va con i piedi di piombo e manda un segnale alla Meloni.

Fratelli d’Italia “è” la Meloni. È questa la sua forza e insieme la sua debolezza. Se il partito continuerà ad accettarla come leader bene, anche se qualche segnale di gelosia è già in atto. Se sarà lei a dettare il cammino senza le fastidiose uscite di qualche parlamentare, allora potranno stabilizzarsi intorno al 25% perdendo i voti degli estremisti di destra.

Detto questo la politica è volubile per definizione, non esistono alleanze ma interessi comuni. Se questi finiscono tutto torna in gioco. È un continuo viavai, questo è il motivo della voglia di normalità. La gente è stanca di continui battibecchi, vorrebbe un sistema all’inglese; due partiti, che nella psicologia di chi va a votare significa: «ho solo il 50% di possibilità di sbagliare».

Le parole magiche sono: equilibrio; moderazione; misura; costanza; imparzialità; buonsenso; saggezza; prudenza.

Chi saprà farle sue dominerà la scena politica.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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