STORIE D’IMMONDIZIA

Un signore è fermo: immobile davanti ai cassonetti dell’immondizia. Sembra frastornato, quasi incredulo. Mi guardo intorno e non vedo nulla di strano, per una volta non ci sono rifiuti abbandonati per terra.

Mi avvicino e chiedo al signore se si sente bene o se ha bisogno di aiuto.

«Incredibile, non posso crederci – mi dice, e continua – io devo essere scemo, separo tutti i rifiuti con la massima cura, addirittura lavo i contenitori in plastica per non lasciare residui organici, arrivo qui e trovo l’operatore che mi dice “dia pure a me”. Gli dico che è tutto ben separato e lui mi fa, “lasci perdere, tanto va tutto nello stesso posto”. Prende i sacchetti e li butta nel cassone tutti insieme.»

Cerco di capire e il signore prosegue: «Qui siamo alla follia, noi ci impegniamo per la differenziata e loro, alla fine, buttano tutto insieme. Ci sono rimasto talmente male, che non ho avuto la prontezza di farmi dare il nome dell’operatore e di prendere il numero della targa del mezzo.»

In effetti la storia di per sé è sconcertante. I dubbi sul gigante Hera si fanno sempre più consistenti. Allora ci si chiede se ci siano degli ispettori indipendenti, magari pagati dai Comuni, che controllano il modus operandi di Hera.

Perché mai un operatore di Hera se ne viene fuori con questa storia? Sarebbe il caso che il Comune chiedesse spiegazioni. La stessa Hera, a questo punto, dovrebbe sentirsi in dovere di fare chiarezza. Anche se solo parzialmente, quanto affermato da quell’operatore fosse vero, questa storia aprirebbe a scenari sconcertanti, veramente molto gravi.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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