La Città del futuro, prima puntata: Gli strumenti urbanistici.

1 FOTO CRISTIAN GORI 1Cerchiamo di addentrarci nell’urbanistica attraverso un’intervista all’architetto Cristian Gori che abbiamo presentato nel precedente articolo sulla ” Città del futuro” questa intervista ci permetterà di capire come determitati strumenti siano fondamentali per fare delle scelte importanti per il nostro futuro.

Architetto Gori parliamo di strumenti urbanistici, in modo particolare del PSC, ovvero quello che dovrebbe sostituire il vecchio piano regolatore  noto come PRG. Al di la delle sigle in cosa consiste la differenza ?

Andiamo per ordini, quello che comunemente chiamavamo PRG rappresentava lo strumento urbanistico di vecchia generazione, che in realtà si componeva di tavole cartografiche (Piano Regolatore Generale) e dal Regolamento Edilizio che rappresentava l’apparato normativo. Questo strumento urbanistico è di tipo “prescrittivo” ovvero mirava a prevedere e definire in modo rigido e dettagliato ogni singolo sviluppo della città nell’arco della sua durata istituzionale che era a tempo indeterminato.

Invece il PSC ?

I nuovi strumenti per la pianificazione sono tre: PSC, RUE e POC. Il PSC costituisce la cartografia, mentre il RUE rappresenta l’apparato normativo. In più è stato introdotto il POC Piano Operativo Comunale.

Ma dove sta la differenza rispetto agli strumenti precedenti?

Il PSC è uno strumento meno rigido rispetto al passato e dovrebbe contenere le linee di “indirizzo strategico” verso la quale si intende sviluppare in futuro la città. Mentre il POC  rappresenta lo strumento programmatico attraverso il quale in periodi di tempo corrispondenti al mandato amministrativo, dai 3 ai 5 anni si dovrebbero definire dettagliatamente le scelte operative che si andranno a realizzare in sintonia con le linee guida del PSC. Ovvero quegli interventi cantierabili.

Resta comunque il fatto al di la delle sigle che  si sta parlando di uno strumento chiave per il futuro della città?

Certamente, l’argomento riguarda il piano urbanistico della città.

Quali sono le principali differenze rispetto al passato nella stesura di un piano urbanistico ?

Credo ci siano due differenze rispetto al passato che si rivelano come due problematiche. La prima sostanziale differenza riguarda l’impossibilità di elaborare come avveniva in passato piani urbanistici incentrati sulla crescita espansiva che ha poi portato alla saturazione del consumo del territorio. Oggi questo non è più perseguibile, si dovrà pensare ad una rimodulazione “implosiva” della città, ovvero concentrarsi sul riuso e sul riutilizzo del territorio urbanizzato.

La seconda differenza?

La seconda riguarda il metodo operativo che non può più contemplare la pianificazione come un esercizio programmatico impostato solo sugli indici edificatori, che assicuravano solo una crescita quantitativa come è avvenuto fino a poco tempo fa. Ora siamo obbligati a dover intervenire sull’esistente, e questo è possibile farlo solo attraverso la conoscenza del Progetto Urbano che permette di promuovere una progettualità e di conseguenza promuovere un carattere qualitativo alla città.

Ci spieghi meglio che cosa è il Progetto Urbano ?

Rappresenta l’elemento compositivo della città. Il Progetto urbano è un progetto di relazioni tra i vari elementi della realtà urbana e si posiziona come scala intermedia per coniugare la scala della pianificazione con quella dell’architettura.

Deve quindi definire un processo operativo?

Certo attraverso la definizione di relazioni, regole e procedure che sono proprie della composizione progettuale mediante le quali tradurre gli orientamenti sociali, culturali ed economici in nuove organizzazioni spaziali della città. Il risultato finale è quello di avere degli schemi organizzativi del tessuto urbano dove solo successivamente si andranno ad affermare delle architetture individuali.

Quindi è fondamentale conoscere non solo il territorio dove si deve operare ma anche la dimensione progettuale dell’urbanistica rispetto al passato dove prevaleva una dimensione normativa?

Certamente, è indispensabile. Se in passato la città poteva espandersi attraverso una pianificazione programmatica oggi dovendo contenere il consumo del territorio lavorando prevalentemente sul riuso organizzativo della città esistente, la pianificazione non può prescindere da una progettualità.

Per tornare alla scala della pianificazione cosa dovrebbe promuovere il piano urbanistico ?

In primis delineare un obiettivo, cioè avere un idea di quale città si vorrà avere nel prossimo futuro. Inoltre dovrà sostanzialmente rispondere a tre requisiti:

-garantire il funzionamento efficiente del sistema insediativo.

-garantire la tutela dell’integrità fisica di tutto il territorio municipale

-garantire l’affermazione dell’identità culturale del territorio.

In molte città grandi o piccole prima di sviluppare la stesura del piano urbanistico elaborano lo studio di un Piano Strategico, non crede che la cosa sarebbe potuta essere utile anche per la nostra realtà urbana?

Assolutamente si, anzi io ho sempre sostenuto questo e non sono il solo tanto è che in più occasioni ho suggerito la proposta di elaborare un Piano Idea della città.

In cosa consiste un Piano Idea ?

In sostanza è un piano strategico ma personalmente preferisco la locuzione Piano Idea che venne introdotta come concetto per la prima volta negli anni ’60 da Ludovico Quaroni  (uno dei più grandi urbanisti italiani del ‘900) per lo studio del piano urbanistico di Bari.

E in cosa consiste sostanzialmente il Piano Idea di una città?

Consiste nel promuovere un metodo partecipativo di Progettazione espressiva della città attraverso il quale individuare, raccogliere, armonizzare e sintetizzare il contenuto vitale della collettività per arrivare a definire un “Pensiero di città” che si intende costruire.

Quindi di grande utilità per la compilazione del PSC ?

Consente di fornire quei contenuti di natura antropologica che permettono di comprendere i valori e i significati che i cittadini attribuiscono ai luoghi e il loro modo di viverli nella città. Contenuti dal quale un piano urbanistico non può prescindere.

In sintesi se il PSC rappresenta lo strumento istituzionale nella sua dimensione burocratica il Piano Idea rappresenta il contenuto vitale della città ?

Permette di ottenere un Disegno Organizzativo generale, mediante delle tracce finalizzate a costruire un “Tessuto matrice” generatore di possibili atti progettuali, in grado di assicurare oltre ad una visione complessiva  un progetto di Piano Città dove si sviluppano sinergicamente le idee formali e le ipotesi normative.

Da urbanista e cittadino cosa ritiene veramente importante per la nostra città che in passato non è stato realizzato ?

Più che una singola opera credo sia importante acquisire la consapevolezza che la città deve essere vista come uno spazio sociale, determinato dai sistemi di relazione e che queste relazioni avvengono prevalentemente nello spazio pubblico.

Ringraziamo l’architetto Cristian Gori, dandolgi appuntamento per la prossima intervista.

Si puo capire bene come i vecchi piani edilizi abbiamo sconvolto città e paesi molto spesso dimenticando come lo spazio pubblico sia il tessuto sociale culturale e identitario dei luoghi dove si vive, prima si pensava solo ai metri cubi oggi le cose stanno cambiando.

Il prossimo articolo tratterà del territorio rurale grande assente di ogni piano, mai considerato importante, ma invece fondamentale per un equilibrio della città del futuro.

Di sicuro qualcuno criticherà questi articoli, ma come può il cittadino giudicare qualcosa se non ha la minima conoscenza di base?

Più sotto alcune tavole esplicative.

TAVOLA 1 OK Model (1)TAVOLA 2.ESPOSIZIONE Model (1)TAVOLA 3 Model (1)


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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