SPIAGGE: COSI LA RACCONTA “MONDOBALNEARE”

Autore Alex Giuzio

Le evidenze pubbliche degli stabilimenti balneari iniziano dalla Romagna: mancano infatti pochi giorni all’apertura dei bandi per le circa 140 concessioni demaniali marittime situate a Bellaria Igea Marina.

Responsabile di questa maxi gara non è però la direttiva europea “Bolkestein“, bensì una situazione di irregolarità pregressa che potrà essere sanata solo passando dalle procedure di selezione. Questi i fatti, piuttosto complessi: quasi tutti i manufatti balneari situati sul demanio marittimo di Bellaria sarebbero sorti nei decenni senza le necessarie autorizzazioni previste dalla normativa italiana e risulterebbero pertanto abusivi, completamente o parzialmente.

A quanto ci risulta, le concessioni demaniali non sono state più rinnovate a partire dal 2003, proprio perché era tecnicamente impossibile farlo in questa situazione di irregolarità. Da allora gli imprenditori balneari di Bellaria hanno potuto lavorare solo grazie a delle autorizzazioni provvisorie rilasciate di anno in anno dall’amministrazione comunale, senza dunque avere nessuna prospettiva di certezza a lungo termine. Le varie proroghe approvate a livello nazionale dal governo (prima al 2015, poi al 2020) non potevano infatti essere applicate agli stabilimenti bellariesi, poiché questi erano completamente irregolari.

La situazione è esplosa solo a giugno 2016, quando la Guardia di finanza ha sequestrato numerosi stabilimenti balneari di Bellaria, poiché privi dell’autorizzazione paesaggistica. Di conseguenza il Comune ha lavorato su una variante normativa al piano dell’arenile del 2010, approvata lo scorso marzo per garantire l’imminente stagione balneare 2017. Tale delibera ha fissato al 15 ottobre 2017 il termine per il mantenimento dei manufatti balneari esistenti, costituendo di fatto un’ultima autorizzazione provvisoria.

Dopo di che, all’amministrazione comunale non resterà che istituire le evidenze pubbliche per tutte le 140 concessioni balneari di Bellaria Igea Marina. «I bandi saranno aperti prima dell’inizio dell’estate – ci spiega il sindaco Enzo Ceccarelli – e sono l’unica strada possibile per sanare questa storica situazione». La complessa questione di Bellaria, dunque, resta al di fuori delle problematiche che gli stabilimenti balneari di tutta Italia stanno affrontando con il disegno di legge a cui il governo Gentiloni sta lavorando per istituire comunque le evidenze pubbliche, ma solo dopo un periodo transitorio e con il riconoscimento della professionalità e del valore commerciale.

Il caso nazionale è dovuto alla volontà di adeguarsi alle normative europee (in particolare la direttiva Bolkestein) e riformare la gestione del demanio marittimo dopo tanti anni di caos normativo; il caso locale di Bellaria è invece un inevitabile passaggio per regolarizzare una situazione che pare di abuso diffuso.

Il sindaco Ceccarelli e la sua giunta non possono ancora contare su un aggiornato quadro normativo nazionale di riferimento, poiché costretti ad agire in tempi stretti, e dunque la responsabilità della scrittura dei bandi è tutta sulle loro spalle. Ma di certo le 140 procedure di gara saranno una sorta di “laboratorio” da seguire con molta attenzione, poiché rappresenterà ciò che l’attuale governo intende far accadere in tutta Italia tra alcuni anni. E potrà dunque costituire un tangibile esempio delle criticità che gli imprenditori balneari potrebbero incontrare.

Sul sito del Comune di Bellaria, cliccando qui – http://www.comune.bellaria-igea-marina.rn.it/comune/urbanistica/ -, è possibile leggere le prime documentazioni che dimostrano come tutte le 140 concessioni balneari della località andranno alle evidenze pubbliche, molto probabilmente in maniera singola e indipendente.

Fonte: MondoBalneare.com

A parte le diverse imprecisioni che riporta, noi abbiamo una visione diversa che illustreremo nei prossimi articoli.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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