L’ARCHITETTO CRISTIAN GORI IN SCENA A VENEZIA

Alla Venezia Fashion in mostra

i design dell’architetto Cristian Gori

Prestigiosa vetrina per i design made in Bellaria Igea Marina nella Galleria Giudecca 795

Un’eccellente vetrina quella in mostra nella Galleria Giudecca 795 all’interno dell’evento Venezia Fashion, che ha visto protagonista tra i designer internazionali, anche alcune opere disegnate dall’architetto Cristian Gori del Coworking Studio.

Un evento di richiamo internazionale per il mondo dell’ arte, della moda, della cultura e del design, nella scenografica Venezia.

La mostra, intitolata “The White Drake”, organizzata da Magda Di Siena, esperta allestitrice di eventi e musei a livello internazionale, selezionava oggetti ispirati alla figura del drago, con l’intento di mettere in evidenza nella configurazione artistica i requisiti di: purezza, essenzialità e armonia.

Architetto Gori, ci racconti questa nuova esperienza.

Un’esperienza nuova, oltre che lusinghiera, nata un po’ per gioco su un settore come quello del design, in cui non mi ero mai confrontato a certi livelli.

Cosa ha portato in mostra di suo?

Una scrivania in legno di noce e un portaoggetti in marmo bianco di Carrara. L’obiettivo progettuale è stato impostato sulla semplicità, luminosità e versatilità di utilizzo, che sono le peculiarità che connotano questi oggetti. Sia le venature del marmo, che le fibre dell’essenza del legno, rimandano al tema del drago come simbolo di energia. In entrambi si è cercato di esaltare la natura del materiale attraverso la rigorosa e primaria geometria della forma e del colore chiaro.

Una vetrina che dà lustro anche a Bellaria Igea Marina, essendo coinvolte aziende produttrici locali.

Certo, l’azienda Teodorani Arredamenti si è occupata della scrivania, mentre il portaoggetti in marmo è stato prodotto dalle ditte Marmi Fabbri e Il marmista del Piratello di Imola. Le foto di catalogo invece, sono opera di Maurizio Polverelli e Carlo Pellicioni. Insomma un lavoro di squadra targato Bellaria Igea Marina.

Qual è per lei l’aspetto più affascinante del design che l’ha spinta ad interessarsene?

La capacità di interagire a tutte le scale della progettazione. Ma ancor più di contaminazione ed interazione con le diverse forme di espressività artistiche, dall’immaterialità del web, alla moda, alla pittura, all’arredo, sino alla valorizzazione del paesaggio.

Quali sono le linee di tendenza del design attuale?

Non c’è uno stile preciso, come per l’architettura, anche nel design coesistono una pluralità di linguaggi espressivi. Sicuramente si deve porre attenzione alla sostenibilità ecologica del prodotto e all’usabilità da parte delle persone.

Cosa intende per sostenibilità nel design?

La modalità con cui si compie il progetto. Non solo si deve porre attenzione al materiale con cui si produce l’oggetto, ma anche al ciclo di vita completo del prodotto. Dalla produzione, alla distribuzione, al consumo, sino alla sua dismissione.

Il dilagare dell’informatica, ha portato ultimamente anche alla creazione di non-oggetti di cui ci serviamo quotidianamente.

Certo, tutto ciò che non ha entità fisica, ma si manifesta come strumento di interazione attraverso l’informatica. Quindi tutto il sistema di informazioni e servizi che possiamo acquisire ed utilizzare tramite web. Dalla segnaletica all’ Iphone. E’ un ambito del design che si può vedere come prosieguo delle superfici comunicative. Un settore che si estende dall’oggettistica sino alla definizione dei luoghi urbani.

Quali le differenze, e quali i punti in comune tra l’urbanistica e il design?

In chiave progettuale la scala dimensionale, il design opera sui millimetri rispetto all’urbanistica, che concede margini di tolleranza molto più ampi. Gli elementi comuni che interessano sia i luoghi urbani, sia l’architettura, che gli oggetti, riguardano l’attenzione, non solo ai caratteri funzionali ed estetici, ma anche alla disponibilità e facilità di utilizzo da parte dell’utente. Ricordando che il tutto deve avvenire nel rispetto dell’ambiente. Al di là della scala, ogni progetto si afferma sempre come “interfaccia” tra gli individui e il mondo e il nostro mondo non è più fatto solo di spazi fisici, ma anche dalla “realtà aumentata” in virtù del web.

Concetti e riflessioni che evidenziano quanto sia sempre più interconnessa la progettualità tra realtà fisica e realtà virtuale, su cui si strutturano gli ambienti in cui viviamo


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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