Al di là di terremoti, inondazioni, guerre e disastri vari, dove tutti esprimono solidarietà, preoccupazione e si concedono al fare gesti solidali, qual è la solidarietà sociale a Bellaria?
Sempre non tenendo conto dell’impegno sociale delle Amministrazioni, tra l’altro vincolate da precise regole e limitate dalla disponibilità di fondi. E senza pensare all’impegno della Caritas, qual è la sensibilità in questa città?
Mi domando, ad esempio, quanto sia l’impegno delle associazioni di categoria verso le persone in difficoltà, verso gli anziani, gli invalidi ecc.
Io non ricordo, ma correggetemi se sbaglio, se gli albergatori abbiano organizzato una distribuzione di pasti gratuiti, tranne in un caso. Se hanno mai fatto una distribuzione di prodotti alimentari. Mi domando quante volte i bagnini hanno organizzato una raccolta fondi per i soggetti succitati, e questo vale anche per altre categorie.
Non sto parlando di beneficenza fatta personalmente, ma dell’impegno delle più importanti e ricche categorie della città. E’ facile mandare qualche euro per i terremoti, o verso paesi lontani, ma per i poveri e bisognosi della città, qualcuno si è mai davvero impegnato? Non mi pare, sono ben pochi quelli che si preoccupano del conoscente o del vicino di casa in difficoltà.
Siamo rimasti al pensiero “qualcuno li aiuterà”, perché devo farlo io? E il punto è proprio questo, siamo noi come collettività che dovremmo impegnarci, ma non succede, perché? Forse è più facile andare a fare passerella in chiesa e fare una piccola offerta al posto di un impegno, anche piccolo, nel mondo della solidarietà.
In questa città, non abbiamo una casa di riposo pubblica per anziani, altrettanto un casa famiglia, un centro di distribuzione di generi alimentari, indipendente non legato ad altre organizzazioni. Non abbiamo chi faccia informazione presso gli anziani per far sapere dei loro diritti, i quali, magari invalidi, non vanno in Comune ad informarsi. Nessuno che pensi al recupero di persone che sono allo sbando.
Sembra che qui ognuno, come al solito, pensi al proprio orticello e non sia disposto a condividere nemmeno un grammo del proprio benessere per il bene collettivo. Eppure, anche se in maniera minore di un tempo, la ricchezza ancora c’è! Però, con massima solerzia, si organizzano comitati politici: per le elezioni, per i referendum, per serate di varia natura ecc. Che sia vergognoso occuparsi di chi in città è in difficoltà? Che sia disdicevole avvicinarsi al mondo della solidarietà? Forse che qualcuno ha paura di perdere il proprio prestigio impegnando un po’ del proprio tempo e/o con offerte mirate per chi in città si trova in stato necessità?
Solo in rarissime occasioni, ho sentito del “Caffè pagato” in qualche bar.
Pare come nel non considerare chi è in difficoltà si voglia dare l’immagine di una città in piena salute, quasi come chi ignora i malanni rifiutandosi di ammettere di essere malato.
Lasciamo perdere gli schieramenti politici e religiosi, qui quello che conta è la propria coscienza! Serve per caso una chiamata alle armi per sensibilizzare il popolo bellariese? Come comunità siamo messi così male? Spero di no, spero che sia solo una dimenticanza, com’è possibile cavarsela abbastanza bene e dimenticarsi dei compaesani che non arrivano a fine mese?…
Un tempo non era cosi, essere diventati un po’ più ricchi ci ha fatto dimenticare il mondo che ci circonda?
Con una offerta di soli 15 euro a famiglia si raccoglierebbero 120.000 euro, e con un minimo di impegno personale si risolverebbero tanti problemi a tanti in difficili condizioni e qualche categoria, un po’ più ricca e potente, potrebbe fare anche qualcosa in più.
Verdeblu, ad esempio, ha mai organizzato qualcosa in questo senso? L’AIA? Confcommercio? Confesercenti? Cooperativa bagnini? Cooperativa bar di spiaggia?
Non ho mai visto nessuno di questi signori, distribuire pasti in una mensa, impegnarsi in una raccolta fondi, o dedicarsi alla raccolta di generi alimentari.
Se fosse possibile, bisognerebbe legare certi bandi pubblici all’impegno solidale.
Insomma siamo esseri umani o solo operatori del turismo?
La frase “a ognuno il suo” va bene, ma si potrebbe aggiungere “un po’ del mio per gli altri”.
RIPRODUZIONE VIETATA © BELLIGEANEWS.IT
su "VIAGGIO IN MEZZO AL SOCIALE BELLARIESE"