Musica Con: Mangiare, dormire e fare arte

 

“L’arte è tutto ciò che viene presentato come tale

non è servile alla natura o al piacere del bello 

ma serve solo se stessa.”

ranofornace ranina picciina

 

Pierdomenico “ranofornace” Scardovi-Prima Serata-1973 (file originale)

 

il giardino di re cremisi-1974Il Giardino di Re Cremisi – 1975

 

 

Tempo di preghiera

 

“Una lama di brezza taglia la guancia
di linfa che bagna un cielo di sguardi
si asciuga di sera.”

È il tuo sorriso
mosca sul roseto
a vagheggiare il punto
del mio pensiero.

Su onde fugaci
ippocampi alati
spettinano bave
color del tuo nome.

Non si condenserà
una sola parvenza
del loro andare
all’apogeo dei sogni.

“Una lama di brezza taglia la guancia
di linfa che bagna un cielo di sguardi
si asciuga di sera.”

 

Pierdomenico “ranofornace” Scardovi 1978

 

nota

L’arte è un flusso di esperienze creative che influenzano il pensiero estetico e filosofico di una società, divenendone parte integrante. Quindi l’arte come rapporto logico-conoscitivo supera le barriere della bellezza oggettiva; non è infatti detto che l’opera d’arte debba necessariamente esser posta in un rapporto primario di piacevole bellezza con il suo contemplatore, il che non guasta, ma è costituita da insiemi di senso in organizzazioni segniche, dove è possibile rintracciare popolazioni di enunciati di ogni tipo, descrittivi, esplicativi, comunicativi, valutativi, non solo, ma anche il loro continuo riflettersi in significazioni più o meno simboliche e teoriche”.

Fare arte non implica necessariamente esplicare livelli eccelsi di qualità tecnica o novità creativa, nonché partire da limiti imposti dal gusto. Fare arte è una pratica insita nell’esperienza umana che coinvolge aspetti meditativi ed emozionali, irriducibili a connotazioni formali in stretto rapporto di causa ed effetto. La pratica artistica apre per sua natura orizzonti esistenziali e ragioni operative a larga scala tutte legittime, che dal semplice universo individuale passa a contesti culturali, sociali o di potere, più o meno grandi e autorevoli.

Beati coloro che vivono d’arte… (e se lo possono permettere).

Il Brano musicale “Prima Serata”, l’ho composto, cantato e suonato nel 1973 a 19 anni, è una ballata folk elementare e ripetitiva in stile hippie west-coast con influssi celtici e psichedelici, ma rende l’idea di quegli anni dove si suonava alla spiaggia o in collina  tutti appollaiati in cerchio o nel salotto di qualche amico. E’ frutto di una sola sessione di sovra incisioni senza prove preliminari, né correzioni ed effettuata artigianalmente in condizioni precarie, ciò vuol dire che é stata composta nell’immediato, improvvisando. Un vero e proprio transfert apparentemente lontano dalle mie radici culturali, ma risultato da una liberazione interiore. Il canto invece è una costruzione di fonemi anch’essi improvvisati, una lingua priva di significati inventata da me sul momento, a misura del brano; in pratica un grammelot di sonorità ottenute imitando la lingua inglese. Pierdomenico Scardovi (voce, chitarra acustica, chitarra elettrica, basso, cori)

Il dipinto “Il Giardino di Re Cremisi”, è un lavoro astratto pre-informale  del 1975 oltre allo spazio profondo in pochi punti, il colore si presenta nel suo aspetto materico e tutt’altro che mimetico, evidenzia un fatto nuovo nella mia ricerca, la presenza di una spessa massa di colore con due colature al centro del quadro e una incrostazione a sinistra, sono un primo passo verso la pittura informale, questa ha usato agenti fisici e chimici come elementi d’imprevedibilità ed energia. Atteggiamento che allontana la pittura dal solo gesto classico della pennellata, per adottare accorgimenti tecnici aggiuntivi e innovativi.

La poesia “Tempo di Preghiera”, scritta nel 1978 fa parte della  ricerca di uno stile psichedelico o meglio visionario, senza affidarsi alle combinazioni arbitrarie o no-sense, ma è il risultato di una ricerca formale e di contenuti in stretto rapporto con l’interiorità e l’esperienza di chi scrive. La prima strofa di tre versi liberi ripetuta in fondo, è una condensazione spirituale, una metafora al senso della giovinezza; in mezzo sono racchiuse tre strofe, ciascuna di quattro versi liberi che si addentrano allusivamente nell’universo sentimentale ed emozionale del sottoscritto accentrato sulla figura femminile, fino alla consapevolezza che tutto finirà inevitabilmente oltre il senso di quell’esperienza. In definitiva esprime la sofferenza che ogni cosa finirà insieme a tutto il resto (vita, mondo, universo). Accenno qui ad un breve spunto analitico dicendo come l’uso della metafora “ippocampi alati” passa dal contesto acquatico a quello aereo, fino alla similarità significante di “spazi verdeggianti” data dalla parola “ippocampi”, la prossimità spaziale, temporale e coloristica la fa assomigliare più ad una metonimia ventosa che spettina capelli come bave ovvero aliti di vento leggero, ricordano il Nome tenuto segreto. Mentre la metafora “mosca sul roseto” collegata al sorriso, riporta all’idea di un neo vicino alle labbra, del loro colore e profumo di rossetto di un volto femminile, nella visione tutta al maschile di un interesse sensuale insistente, come la mosca catturata dal profumo di un roseto in fiore vorrebbe perdurare la sua estasi.

rano 2Grazie dell’attenzione

Pierdomenico Scardovi (link)


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