UN POSTO A TAVOLA

Un posto a tavola” è un’associazione di volontariato di Cervia, che da dieci anni gestisce “mensamica” e si occupa di: fornire assistenza sociale e socio sanitaria, beneficenza e tutela dei diritti civili. Inoltre cerca di alleviare i bisogni primari di quanti siano in situazioni di disagio, difficoltà ed emergenza, attraverso la distribuzione gratuita di pasti e abbigliamento, con utilizzo docce.

Perché ne parliamo? Semplice, prima di tutto sarebbe bello e onorevole per la nostra città se avessimo anche noi una cosa del genere. In secondo luogo, in barba a tutte le feste e festicciole delle nostre varie associazioni di categoria, nonché quelle del Comune, non si è ancora sentito di qualche mensa, magari estemporanea, in favore delle persone in difficoltà.

Ma come, in molti si vantano che questa città ha tutto!
In realtà le iniziative di vera
solidarietà non esistono, gli stessi albergatori, che in marzo faranno una loro convention con tanto di festa finale, non hanno pensato di organizzare una mensa una tantum per i poveri e derelitti? Eppure si vantano di essere l’economia dominante, sanno pensare solo ai loro guadagni senza mai pensare alla solidarietà verso i loro compaesani in difficoltà? Lo stesso vale per tante altre associazioni! Da non trascurare che gli albergatori in particolare, ma anche altre categorie, usufruiscono della promozione di Verdeblu, che viene fatta con i soldi della comunità, anche con quelli di quei poveri di cui sembra che nessuno si preoccupi.

Raccontiamo qualcosa di “Un posto a tavola”.

È composta da 300 soci e 80 volontari, tutte le attività, dal ritiro del cibo, alla preparazione dei pasti, all’allestimento della sala da pranzo, fino alle pulizie, alla manutenzione e alla contabilità, vengono svolte dai circa 80 volontari che si alternano con turni settimanali. Hanno anche fatto una convenzione con il Tribunale di Ravenna che ha inviato alla mensa persone che scontano una pena svolgendo un lavoro di pubblica utilità e “che hanno condiviso pienamente lo spirito dell’iniziativa con ottimi risultati”, il bello è che ci sono volontari di tutte le ideologie, che discutono, si scontrano anche, ma sono uniti dalla finalità del progetto.

I loro fornitori sono: Albergatori, banche, supermercati, coltivatori di piccoli orti, ristoranti, coop di varia natura, associazioni, privati che fanno donazioni, e ricevono contributi anche dalla Regione.

Hanno anche fornitori tecnici, che sempre gratuitamente che si occupano delle varie assistenze: elettriche, idrauliche, sanitarie, disinfestazioni ecc.

Questi i numeri del 2015: hanno servito circa 20.000 pranzi e 18.000 sportine per la cena. È stata data inoltre la possibilità di fare circa 5.000 docce e 1.000 lavatrici, perché molti degli utenti – pazienti psichiatrici, giovani disoccupati, anziani che non arrivano alla fine del mese, migranti e intere famiglie – vivono in macchina o in condizioni disagiate. Tutto per restituire loro la dignità.

Tutti possono andarci, loro non fanno domande, ti registrano la prima volta e sei a posto, certo se ci va un benestante dovrebbe avere l’accortezza di lasciare un contributo a fine pranzo… ma non c’è nessun obbligo. Siamo altresì convinti che a molti benestanti farebbe bene andarci almeno una volta, per rendersi conto di come stanno le cose.

Noi a Bellaria Igea Marina siamo in grado di fare altrettanto? Oppure, come sempre, mandiamo i soliti 2 euro alle raccolte fondi, che proprio recentemente sono contestate perché non si sa dove esattamente vadano a finire i soldi? O, peggio ancora, qualcuno si mette mostra per aver portato qualcosa ai terremotati, dimenticando che queste cose si fanno, ma non si dicono…

Un’idea potrebbe anche essere quella che Sindaco, Vice, Assessori e Consiglieri una volta al mese servissero alla mensa, tanto per dare l’esempio, visto che si ritengono le eminenze grige della città. Magari insieme agli albergatori, che dovrebbero essere esperti nel servire ai tavoli.

Non è più bello e gratificante aiutare i concittadini in difficoltà, sapendo che il nostro denaro non viene sprecato, e al tempo stesso restituendo qualcosa alla comunità?

È cosi difficile fare del bene a Bellaria Igea Marina?


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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