CIAO OBAMA

Barak Obama esce di scena, ed esce con tanti e tali consensi da salire al primo posto nel gradimento degli ultimi 50 anni di storia americana.

L’eleganza, l’educazione e una signorilità non comune, lo hanno sempre distinto, insieme alla coerenza.
Nessuno scandalo e nemmeno il più piccolo pettegolezzo hanno macchiato la sua permanenza alla Casa Bianca. La sua immagine di uomo semplice attorniato da una famiglia altrettanto semplice non è mai stata macchiata.

La sua battaglia contro le armi l’ha combattuta nonostante fosse già persa in partenza, è invece riuscito nell’Obama-care, cioè nel far ottenere la sanità gratuita per i meno abbienti, ma Trump ha annunciato che questa legge sarà annullata.

Obama non è riuscito in tante cose, ma le responsabilità vanno cercate nelle mega company che la fanno da padrone negli States, e sono in grado di bloccare qualunque iniziativa le possa danneggiare. Sono sempre loro che controllano l’economia e il lavoro, è quindi molto difficile mettersi contro un sistema che ragiona solo in base ai profitti senza alcuno spirito umanistico e umanitario.

Obama ha anche risanato l’economia statunitense subito dopo la grave crisi del 2008/2009 concedendo aiuti di stato giganteschi. L’America così si è subito rimessa in moto, cosa che in Europa ancora deve avvenire, e se si continuerà caparbiamente sulla strada del rigore non avverrà mai.

In politica estera Obama ha scelto l’uso della prudenza. Dobbiamo ricordare che gli States hanno avuto migliaia di morti tra i loro soldati, perché tutti hanno sempre demandato agli U.S.A. la soluzione delle questioni internazionali.
Obama ha scelto una strada diversa, anche perché, diciamolo, gli americani erano stanchi di mandare in guerra i loro ragazzi e continuare a fare gli sceriffi del Mondo, col risultato di essere sempre criticati per questo.

Dobbiamo capire che gli americani sono soprattutto interessati alla politica interna più che alla politica estera. Gli U.S.A. sono forti e potenti se la loro economia interna produce ricchezza, Obama ha rilanciato il sogno americano rilanciando, come detto sopra, l’economia. Perché è cosi importante la ricchezza prodotta per gli States? Semplice, là non esistono tutele, non esiste il rifugio della famiglia, per cui se non tira forte l’economia tutto va in crisi e un’America in crisi economica fa paura al mondo intero.

Obama è stato anche l’unico Presidente che ha dato un alt ad Israele, che è sempre stato sotto l’ala protettrice degli States, facendo capire che al di fuori dei propri territori, deve smetterla con gli insediamenti.
E’ stato un segnale molto preciso. Infatti solo il riconoscimento dello stato palestinese potrebbe portare a una normalizzazione mediorientale, il grande ostacolo alla pace è appunto l’intransigenza dello stato israeliano.

Obama ha dimostrato al Mondo che “Yes We Can – sì possiamo”, è un sogno realizzabile. Queste le sue parole:

«Sappiamo che la battaglia davanti a noi sarà dura, ma ricordate sempre che non importa quanti ostacoli ci siano sulla nostra strada: niente può resistere nella via del potere di milioni di voci che chiedono di cambiare»

L’impressione che ha sempre dato, è di un politico che venendo dalla gavetta ha sempre portato rispetto per qualunque persona si trovasse davanti. Non è un debole, ma un grande statista dal volto umano che non ha mai temuto di mostrare la fragilità della dimensione umana da cui non si è mai dissociato.

Un grazie soprattutto perché ha saputo ricoprire la carica politicamente più potente del mondo, cosciente che la sua grandezza risiedeva nella consapevolezza della debolezza umana. Per questo ha cercato di fare del suo meglio sempre dentro questa dimensione, mai al di sopra.

Ciao Barak, grazie.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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