Osanna, Osanna, Osanna nell’alto dei tetti alberghieri!
Ubi major cessat, minor resurget, dove i grandi numeri non esistono più, i piccoli numeri riprendono valore.
Forse influenzati dagli sbandierati dati ISTAT, che enfatizzano “riprese economiche” a centesimi di unità, l’avere qualche zero dopo l’unità sembra qualcosa di esorbitante. Esce così sulla stampa un articolo dove pomposamente si comunica che il sito internet di Verdeblu vanta ben “quasi” 200.000 visite! Ben il 33% in più (eravamo messi proprio male) dell’anno precedente. Oltre ad altri stratosferici dati che poco ci manca ci vengano a dire che Bellaria Igea Marina la si vede pure da Plutone e ce lo ha comunicato la sonda New Horizons.
Ma lasciamo perdere la povera sonda persa là nel gelo degli spazi siderali e analizziamo seriamente questi galattici numeri.
200.000 visite: per il sito di una Fondazione, a sentir loro “famosa e stimata in tutta Europa”, sono come un sassolino buttato in una pietraia. Basta portare come termine di paragone il semplice fatto che un piccolo sito a livello strettamente locale come Belligea, di visite ne ha il doppio.
Poi vorremmo anche sapere se i numeri riportati sono stati rilevati da una società esterna o se siano autocertificati, ma ammesso siano veri, risulterebbero poco più di 500 visite al giorno che, credeteci, sono numeri veramente bassi.
L’analisi poi andrebbe ulteriormente approfondita, ad esempio quante pagine vengono aperte per ogni singola visita, la durata media di queste, quanti sono i tweet inviati in un anno ai 1400 iscritti e quanti di questi vengono letti.
Insomma, sparare numeri è facile, ai nostri giorni poi sembra diventato uno sport nazionale, ma servirebbe anche dar loro un significato strutturale. Insomma, è come imparare a memoria una canzone in cinese e cantarla senza sapere cosa si dice.
Sappiamo che ormai le newsletter servono solo a prendersi gli accidenti di chi le riceve, visto che ormai hanno rotto le scatole anche a chi non le ha, quindi sapete quanti di questi due milioni di contatti che dite, leggono realmente quelle mail?
25.000 followers di Facebook, bene, ma come avete quantificato i cinque milioni di contatti? Avete una certificazione Facebook?
La chicca poi è: “punto di riferimento per gli italiani”!
Per esserlo si dovrebbero avere almeno 200.000 visite al giorno, e se poi facciamo un rapporto delle visite con le presenze, siamo sì e no al 10%.
Ma ci coglie un pensiero: se consideriamo l’età media dei turisti che vengono da noi, forse più che tramite il web converrebbe comunicare con loro attraverso i piccioni viaggiatori.
Altra domanda è: qual è la quantità di visite da località di potenziali clienti e quella di visitatori locali o vicini, o dei narcisisti verdebluani che si beano del loro sito?
Quanti turisti hanno portato in città questi numeri? E quanto hanno contribuito alla nostra economia?
Ma ormai gettare fumo negli occhi attraverso numeri ottimistici è diventato di moda. I numeri nel loro valore difficilmente verificabile, nella loro solida trascendenza, sono diventati ormai uno spot pubblicitario dell’ottimismo, un modo per sollevare gli animi e mai chiarire come si impiegano i finanziamenti pubblici.
Va bene, fa parte del gioco, ma almeno non considerateci degli stupidi, ci saranno tanti miopi, ma ci sono anche quelli che ci vedono bene.
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