CHIOSCHI & SPIAGGE, PER UN FUTURO 4.0

Diventa impellente la necessità che gli stabilimenti balneari e i chioschi, diventino 4.0.

I chioschi hanno veramente l’imperio di farlo, sono fermi agli anni ’60, mentre alcune spiagge sono leggermente più moderne.

Partiamo subito dalla definizione: sia “chioschi”, che “bar di spiaggia”, sono termini ormai obsoleti, quindi sono privi di attrattiva. Non colpiscono l’immaginario collettivo. Forse “Club del Mare” oppure “Mare Social Club” o “Bars de la Plage” ma anche “Beach Bars”, c’è solo l’imbarazzo della scelta, fate voi.

Occorre approfondire i temi riguardanti la piccola ristorazione. I chioschi dovrebbero, anzi, devono, ambire al ruolo di ristorazione in spiaggia, è imperatvo che ciò avvenga. Questo è il futuro! I succulenti pranzetti o cenette a base di prodotti del mare, si dovrebbero poter gustare anche in spiaggia… In romantici e accoglienti «petit restaurant» pieni d’atmosfera. Magari ascoltando la risacca del mare.

Ci sono due aspetti da approfondire per il tema legato alla piccola ristorazione: l’esigenza di avere i metri necessari per la cucina, affinché si possa eseguire nei modi dovuti la preparazione dei cibi e, aspetto importantissimo, la certificazione del prodotto, che dev’essere eccellente.

È assolutamente necessario che possano ottenere agevolmente gli spazi necessari, affinché siano a norma per soddisfare le esigenze della ristorazione. Prevedendo un massimo 6/8 tavoli per la ristorazione. Questo per un paio di motivi: ridurre i costi, dare a tutti la possibilità di lavorare e non fare un’eccessiva concorrenza ai ristoranti classici.

Uno spaghetto allo scoglio lo si gusta con profonda soddisfazione, insieme ad un bianchetto fresco, all’ombra e con i piedi nella sabbia.

I Bar di spiaggia devono ambire a questo ruolo, se vogliamo essere in linea con un turismo 4.0. Al tempo stesso, le spiagge devono essere all’altezza del 4.0. Il tutto deve far parte di un progetto globale e perfettamente integrato, con soluzioni architettoniche e di stile, che rappresentino una precisa indentità, senza rinunciare al moderno, ma mantenendo un richiamo alla tradizione.

Ambienti in cui il turista sia piacevolmente affascinato da quello che lo circonda e al tempo stesso, avere il piacere di far parte del contesto intorno a lui. Operare una netta distinzione con il resto della riviera. Per un vero rilancio della città. La spiaggia è il nostro petrolio dorato, un Patrimonio che ci ha fatto crescere, che finora è stato solo usato, ma che non abbiamo mai curato e fatto salire di livello.

Riteniamo, che tutte le osservazioni che vengono espresse da Belligea, dovrebbero predisporre il tracciato verso una nuova operatività, che si spera si potrà realizzare, con le nuove elezioni comunali. A prescindere da chi governerà.

Noi giochiamo con 2/3 anni di anticipo. Dobbiamo partire riflettendo su che tipo di luogo vorremmo costruire sul nostro arenile. Con al tavolo tutti gli attori, non solo i loro rappresentanti. Poi verranno norme e delibere.

Nelle considerazioni sulle spiagge 4.0, c’è da inserire un altro concetto: il possibile e auspicabile effetto di destagionalizzazione, che si potrebbe ottenere con spiagge e chioschi 4.0, pensati per operare tutto l’anno. La cosa più importante, è che finalmente si darebbe corso, anche con altre opere, al completamento del progetto di città, iniziato e mai finito, con “l’isola dei platani”. Appunto la “città del futuro”: la Bellaria Igea Marina 4.0.

L’economia della città deve obbligatoriamente passare da stagionale a periodi più lunghi, cercando di arrivare a essere il più possibile annuale. Certo anche gli alberghi dovranno fare la loro parte.

I tempi sono maturi, essere in ritardo per una volta è un vantaggio. Se questo non accadrà, i motivi potrebbero essere gli stessi che ci hanno portato nella situazione attuale, allora rimarremo a bocchegiare per altri cinquant’anni. Cosi facendo perderemo l’unica vera occasione che abbiamo. Buttando al vento l’oro dei nostri granelli di sabbia.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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