E d’imperio, ci ritroviamo un altro progetto (progetto…?) precipitato senza paracadute.
“Chiringuito”; questa la parola scelta per impressionare, per far sognare. Ma sbagliano di grosso se pensano che un termine esotico possa dar fascino a un mezzo progetto minimale e nemmeno originale. Non parliamo poi del costo: tre milioni di euro!..
Dopo anni di totale abbandono dell’area, si pensava che un intervento cosi importante per la città, tale da condizionare l’area portuale per i prossimi decenni, fosse di più ampio respiro. Preparato, discusso e condiviso con l’intera città, non imposto, già pronto e confezionato senza alcun confronto. La decisione è stata presa dai soliti “illuminati”, ai quali non viene mai il dubbio di poter compiere errori. Sono davvero convinti di essere sempre nel giusto?! Non crediamo che le lezioni di Don Enzo sulle gestioni parrocchiali, siano sufficienti per gestire una città.
Se quanto proposto si rivelasse un madornale errore, la città dovrà pagarne le conseguenze, oltre a chi sul porto ci lavora, specialmente la marineria. Solo per la faciloneria di un gruppo dirigente, che ha ampiamente dimostrato di non essere all’altezza.
D’accordo, come scritto ieri: “meglio piuttosto che niente”. Ma venirci a raccontare che questo sia un intervento strategico e risolutivo dell’area portuale! Forse pensate che gli abitanti di Bellaria Igea Marina siano tutti fessi? La città è stanca di doversi sempre accontentare di stucco e pittura!
Se davvero si voleva risolvere la questione portuale, allora il progetto doveva includere entrambi i lati e dal ponte della statale fino al mare. La prima cosa da affrontare era l’idraulica del canale, passando alla piastra del vecchio ponte, poi pensare veramente al consolidamento delle banchine e solo alla fine pensare all’arredo. Porca paletta!!! Voi cominciate proprio dalla fine!..
Si ha l’impressione, invece, che si sia proceduto nello stesso modo in cui un bambino affronta per la prima volta un puzzle: per tentativi approssimati! Insomma, il progetto andava presentato completo, non importava se fra un anno, perché tutta questa fretta?
Piccolo intermezzo. Il Sindaco, circa un anno e mezzo fa, annunciò in CC che erano in corso trattative con una società per la realizzazione della darsena. Dopo questo scoop non si è saputo più niente, né chi fosse questa misteriosa società, né se queste trattative siano proseguite, né a che punto siano arrivate. Vien da pensare che fosse il solito annuncio alla Renzi. Già, le solite parole da illusionista per tenere a bada il pubblico, distraendolo per nascondere altre cose più scottanti. Qualcuno degli “illusionisti” è in grado di smentirci?
Torniamo al presente. L’ing. Bonito, afferma che secondo lui questo intervento avrà la stessa portata che ebbe “l’isola dei Platani” trent’anni fa. Ingegnere… ma come, non sa che quel progetto all’epoca fu rivoluzionario? Che fu preso da esempio in mezza Italia? Questo, invece, ne sembra il cugino di campagna mezzo scemo!
Per fare un paragone, è come mettere sullo stesso piano lo sbarco dei Saraceni a Bellaria (spettacolo molto bello) e lo sbarco in Normandia.
Per quel progetto non ci fu la necessità di ricorrere a chissà quali Archistar. I professionisti della città furono perfettamente in grado di elaborare un progetto altamente qualificato, che fece da apripista in tutta la Provincia e anche ben oltre. Professionisti molto qualificati, che ancora oggi hanno i loro studi in città, e certamente ancora in grado di concepire un progetto globale migliore di quello presentato.
Comunque e senza nulla togliere agli altri tecnici della città, l’Archistar in città l’abbiamo, l’architetto Cristian Gori, che ha già ampiamente dimostrato il suo valore con i numerosi riconoscimenti e premi vinti sia in campo nazionale che internazionale. Ma l’Amministrazione nemmeno se lo fila.
Nel paragone con l’isola dei platani, si può dire che in quel caso c’era un’idea di città, per una città completamente diversa, visto che si è proceduto con la pedonalizzazione. In questo caso invece, si fa solo un arredo urbano, senza una vera idea innovativa e di cambiamento, pur essendoci tutti gli spazi per farlo.
Tra parentesi, forse non lo si ricorda, una proposta per lo studio di un progetto per l’area portuale, era già stata presentata all’Amministrazione. La proposta di uno studio per l’area portuale venne avanzata da un gruppo di professionisti locali, dietro richiesta (con tanto di delibera) dell’Amministrazione, che invitava a portare idee.
Gli stessi tecnici del Comune sono perfettamente in grado di progettare gli arredi urbani, non si capisce perché non vengano utilizzati per tali scopi, oltretutto con un risparmio economico.
Entrando appena appena nel merito, ci si chiede quanto possa resistere tutto quel verde con la salsedine. Come conseguenza ci saranno, probabilmente, parecchie spese di manutenzione. Inoltre: per i getti d’acqua o come volete chiamarli, vale lo stesso discorso della salsedine, con in più il pericolo di infiltrazioni.
Quanto alla bellezza degli arredi, beh come si suol dire: “de gustibus non est disputandum”.
Ma tu guarda! Dopo il Villaggio Eventi, viene rifatta la parte di Igea. Chissà come saranno contenti gli albergatori che sono lì vicino.
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