RINO BAGLI SI LAMENTA; E HA RAGIONE… MA

Rino Bagli si lamenta e fa un elenco delle opere pubbliche della città che si sono concentrate a Igea, lasciando un po’ da parte Bellaria. E’ vero ma…

L’analisi di Rino, è fatta a metà. Dopo l’elenco, avrebbe dovuto spiegare per quale ragione esiste questa situazione. Il combinato disposto, ci permette un’analisi approfondita.

Per cominciare, caro Rino, pensiamo agli anni ’60, ’70 e ’80, cioè gli anni della cementificazione selvaggia di Bellaria. In quegli stessi anni, a Igea era tutto volutamente bloccato, Chi si è reso colpevole di tutto ciò?

Mi pare evidente che i colpevoli non possano essere cercati tra gli abitanti di Igea.

Andiamo avanti. In quegli anni, in barba ad ogni logica, e forse anche alle leggi, c’è stato “il sacco di Bellaria”. Alberghi e condomini spuntavano come funghi divorandosi tutto il verde di Bellaria, non lasciando spazio per i marciapiedi, i posti macchina interni e nemmeno i parcheggi pubblici. Questo avveniva sotto gli occhi di tutti, anche i tuoi, Rino.

Anche molti privati si sono fatti la casa, legittimamente per carità, e tutto è successo con il pieno e consapevole avallo delle amministrazioni di sinistra dell’epoca e verosimilmente con il tacito benestare della locale DC.

I bellariesi, al tempo, ma anche oggi, badavano solo ai fatti propri, sempre legittimamente per carità, ma intanto di Bellaria non rimaneva un metro quadro libero fruibile da tutti.

Mentre a Igea molti albergatori si vantavano di aver bloccato nuovi insediamenti, ed era la verità, ma solo perché preoccupati che qualche albergo nuovo e un paio di condomini, potessero erodere il valore delle loro proprietà e il loro giro d’affari (potrei fare i nomi).

La zona colonie è in attesa da 60 anni….. fino agli anni ’80 c’erano ancora strade non asfaltate in quella zona. A Igea, in pieno centro, in Via Tibullo, i marciapiedi (stretti) erano di sabbia. Furono asfaltati, in parte, dopo le insistenze che mio padre fece all’Assessore Vincenzi. Quando pioveva si formava un immenso lago d’acqua, mentre altre zone erano messe ancor peggio. Intanto a Bellaria impazzava il mattone selvaggio, condito di qualche marciapiedi, perlomeno asfaltati.

Cosa avrebbero dovuto dire allora gli abitanti d’Igea?

Io mi considero un Belligeano non un bellariese o un igeano, ma in quel periodo vi era quasi un odio tra le due località. Igea era considerata una specie di ghetto dai bellariesi e come tale tenuta a freno dagli stessi.

Questo Sindaco, che di certo io non amo, non per la persona, ma per le sue idee, dove avrebbe potuto realizzare le opere pubbliche? A Bellaria sopra la statale, visto che in città non c’è un metro libero disponibile? Oppure doveva far demolire una trentina di alberghi e altrettanti condomini per realizzare opere pubbliche?

Piaccia o no, gli unici spazi disponibili sono a Igea! E allora Rino, con chi te la vuoi prendere? Pensaci bene. I responsabili politici e non del “sacco di Bellaria” sono bellariesi non certo igeani. Certo adesso Igea è favorita per certi aspetti e questo, ironia della sorte, è merito di una colpa dei bellariesi. Vuoi opere pubbliche a Bellaria? Bene fai un giro da quegli albergatori che hanno costruito in modo selvaggio, e digli di buttare giù i loro alberghi.

Siamo seri Rino, i bellariesi hanno creato questa situazione, non è grottesco che adesso si lamentino?


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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