Sign. Poiaghi, sono stato incaricato dal direttore Bartolucci Giuseppe in qualità di “non sprovveduto in materia artistica…” a porle alcune domande sul suo pensiero (che a noi preme alquanto), in merito alla vicenda della sua opera bellariese “Passatopresente”.
Cosa pensa della decisione dell’attuale giunta comunale di “eliminare” “Passatopresente”, un’opera artistica pubblica, dopo 36 anni e che era stata scelta come meritevole dello scopo prefisso, da un’apposita commissione e quindi accettata dall’amministrazione dell’epoca?
Penso che quell’azione, alla vigilia del 25 Aprile, rappresenti, di fatto, un oltraggio alla popolazione, espropriata di un’ opera che le apparteneva, e in me qualcosa di lugubre .
Lei ha mai avuto il dubbio che la sua opera non fosse idonea al tipo di collocazione ambientale e formalmente non pertinente come “Monumento ai Caduti”?
L’opera, dedicata alla Resistenza, come ho detto più volte, è stata concepita e progettata per quella collocazione e non altre. Anzi, rivedendola lì, patinata dal tempo, mi ha commosso e sorpreso per i suoi rapporti armonici, la potenza espressiva e la straordinaria attualità. Avrei forse dovuto usare marmi levigati e bronzi dorati? Per esprimere i valori della Resistenza avrei dovuto fare le belle statuine? Non sarei mai riuscito a dire ciò che, invece, con forza, naturalezza e modernità, l’opera esprimeva attraverso la scabra semplicità dei suoi materiali.
Pensa che lo stato di degrado che aveva raggiunto la sua opera, il suo abbandono da parte delle varie amministrazioni e il trattamento finale riservatole sia un “fatto culturale” tipicamente legato alla nostra città, o lo si può generalizzare?
Né i Bellariesi, né io meritavamo tale scempio. Semmai sarebbe stato il momento di intervenire con una semplice manutenzione, come normalmente si fa per conservare ciò che è ritenuto patrimonio culturale. Generalizzare il fatto? Non ho mai sentito di una scultura rimossa o peggio distrutta perché dopo trentacinque anni aveva bisogno soltanto di una leggera manutenzione .
Qualcuno dice, non so in base a quali fonti, che la gabbia di “Passatopresente” è stata solo posteggiata in attesa di una nuova collocazione, (noi dubitiamo) e se così fosse un comunicato ufficiale del Comune di Bellaria Igea Marina avrebbe dovuto attestarlo prima della rimozione, cosa pensa se fosse ricostruita in altro contesto urbano della città, la considererebbe sempre la sua creatura?
Come ho scritto al sindaco, e qui ribadisco con forza, la mia scultura non è costituita solo da una gabbia piena di sassi. Il piano su cui la gabbia era posata è parte integrante dell’opera per dimensione forma e collocazione spaziale in rapporto all’edificio, (Il piedistallo semmai era costituito dall’aiuola). Con quale diritto gli amministratori hanno immaginato di utilizzare quel piano, parte integrante della mia scultura, per elevare da esso totem e stele laserata? Ci si dovrebbe indignare per l’oltraggio a ciò che rappresentava PASSATOPRESENTE. Qualcuno dice a chi? Se un’ amministrazione e i cittadini di Bellaria decideranno di ripristinare l’opera dov’era sarò ben felice di collaborare con loro: solo così avrebbe senso una ricostruzione, così, sarebbe opera di tutti.
Lei come artista non ha bisogno di giustificazioni o presentazioni, basta accedere comodamente on line, in vari siti per leggere e apprezzare il suo curriculum, le dispiace di essere stato incompreso dalla nostra città?
A Bellaria ho trascorso molte belle estati della mia adolescenza, un paese dove mi pareva si potesse perfino essere felici. Mi rattrista ora pensare Bellaria-Igea Marina come un dispiacere. Dalle numerose dichiarazioni di solidarietà ricevute però non mi sento incompreso dalla popolazione, ma solo dagli autori di un atto vandalico.
Pensa che l’empasse che ha incontrato la sua opera “Passatopresente” sia un fatto prettamente politico legato alla cultura di base di una sola fazione ideologica, o a monte un rifiuto estetico da parte di una fetta dei nostri concittadini che ha costretto quest’ultima amministrazione a “tagliare la testa al toro”?
Empasse, prettamente politico, fazione ideologica, rifiuto estetico, tagliare la testa: quel titolo PASSATOPRESENTE era una profezia ?
Ci sembra di aver capito che lei non intende aver nessun tipo di confronto con questa amministrazione, ma non pensa che potrebbe rimandare l’appuntamento ancora di 5 anni?
Ho cercato inutilmente, di avvicinare questa amministrazione. Ma ora, a scempio avvenuto, di che cosa parlare?
Sign. Poiaghi, passato lo shock per la “distruzione” di “Passatopresente”, cosa le rimane come artista, come professionista, come uomo della sua opera e di questa vicenda?
Della mia opera rimane l’inebriante dolcezza, la risonanza feconda della sua assenza. Professionista? Non ho mai amato questa parola, come non amo ad esempio: competizione, mercato, lusso, soldi, ecc. …. perfino la parola bellezza pronunciata da certe bocche. Non riesco più a scindere in me l’uomo dal cosiddetto artista. Penso, comunque, che questa vicenda abbia portato uomo e artista, ad operare ancora più consapevoli e uniti. Sì, proprio come quei sassi. Ora, dice un amico, sono uno di loro.
Sign. Poiaghi, alcuni di noi erano certi di cosa esprimesse “Passatopresente”, spero ora, che la sua “creatura in assenza” possa ancora continuare a trasmettere a noi tutti “il peso silenzioso del suo sacrificio”. Grazie.
Caro Pierdomenico Scardovi,
Grazie per l’affetto a PASSATOPRESENTE e dell’occasione offertami per parlarne.
RIPRODUZIONE VIETATA © BELLIGEANEWS.IT
Lascia un commento